IL QI GONG, IL TAIJI E ... LA FENICE

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Chuangt-tzu (= Zhuang-zi),
con il corposo testo che va sotto il suo stesso nome, è uno dei grandi maestri
taoisti, la sua vicenda storica viene collocata nella Cina del nord verso la
fine del IV secolo a.C.; secondo alcuni studiosi potrebbe addirittura essere
più antico del leggendario Lao-tzu, a cui solitamente vengono ricondotte le
origini del Taoismo.

Infatti il famoso Tao Tê Ching, attribuito appunto a
Lao-tzu, è tradizionalmente datato verso la prima metà del VI secolo a.C. ma in
base a più recenti studi filologici si preferisce collocarne la datazione in un
periodo non ben precisato compreso fra il VI e il III sec. a.C.; ora è evidente
che se il Tao Tê Ching risalisse al III sec. a.C. il Chuang-tzu sarebbe più
antico. Fra le nebbie delle datazioni incerte e delle indagini dei sinologi
rimane comunque chiaro un dato: Chuang-tzu è un maestro antico, che sta alle
origini del pensiero taoista; del resto le nuvole d'incertezza che avvolgono le
figure dei primi maestri taoisti sono un segno di coerenza con le loro stesse
affermazioni: l'opzione fondamentale per l'umiltà, il nascondimento, la
sobrietà ... come condizioni per un lavoro di maturazione e di crescita
interiore. Fra le molte cose interessanti che possiamo trovare nel Chuang-tzu abbiamo
sicuramente alcune logiche di fondo utilizzabili pure negli stili interni di
Wushu, come il Taijiquan, ma anche in pratiche della medicina tradizionale
cinese, come il Qi Gong. A questo proposito può essere interessante anche solo
il riferimento ad un passo in cui Chuang-tzu descrive alcune pratiche
anticamente in uso, fra cui esercizi respiratori e ginnici, ispirati al
movimento di alcuni animali, coltivati con l'intento di incrementare la propria
salute e quindi anche la propria longevità. Ci troviamo nel capitolo XV,
intitolato "Torturarsi lo spirito", nel corso del quale il fine maestro fa
notare anche il limiti delle pratiche da lui descritte: non si tratta infatti
prima di tutto di coltivare tecniche o particolari diete o di cercare
determinate situazioni di vita quanto piuttosto di partire da un rigoroso
lavoro interiore, senza il quale qualsiasi tecnica o artificio risulterebbe
sterile. La posizione di Chuang-tzu è decisamente interessante e per certi
versi sempre attuale; infatti la possibilità di "torturarsi lo spirito" con ansie
e timori, cercando poi rimedi che appaiono miracolosi ma si rivelano in seguito
inutili se non peggiorativi ... è purtroppo una realtà ancora ben presente. Il
lavoro più profondo ed efficace su di noi è condotto grazie alla mente e ad
alcune condizioni fondamentali, che per Chuang-tzu sono: equilibrio,
naturalezza, purezza, semplicità ... (intese nell'ambito della speculazione sul
Tao). Senza addentrarci in questa sede nei meandri, pur fecondi, della
filosofia taoista ci possiamo accontentare di una semplice constatazione di
ordine storico: un autore del IV secolo a.C. menziona tecniche ginniche e
respiratorie che, in ogni caso, testimoniano una antichissima tradizione
interessata ad incrementare la salute, come del resto è antichissima in Cina
pure la tradizione marziale.

E' interessante anche che alcune specialità
marziali (gli stili definiti appunto come "interni") siano legate
all'incremento dell'energia interiore, la stessa energia coltivata nella
medicina tradizionale cinese

-Qi Gong significa "lavoro con l'energia","tecnica del respiro"o "tecnica dello spirito"-; 

inoltre sia le concezioni mediche sia quelle marziali hanno legami non trascurabili con la filosofia taoista.

In conclusione Chuang-tzu ci aiuta a capire quanto le radici del Qi Gong (e per certi versi
anche del Taiji) siano antiche; nel passo sopra citato sembra quasi di
assistere alla descrizione di un esercizio di Qi Gong noto come "Ho Qi Gong",
Qi Gong forma della gru: l'esercizio di chi "aspira ed espira, assorbe l'aria
pura ed espelle quella viziata (...) e si stira come fa un uccello" (cap. XV).
Com'è noto la tradizione cinese lega al Wushu l'immagine della fenice, come
simbolo di "eternità", intendendo l'eternità come la remota antichità delle
origini del Wushu e l'incalcolabile numero di coloro che nel corso dei secoli
lo hanno praticato (compresi i milioni di persone che in Cina e nel mondo
tuttora lo praticano): qualcosa quindi di così antico e tanto praticato non
potrà facilmente finire. Possiamo legare la stessa immagine e la stessa
simbologia anche al Qi Gong, anch'esso tanto antico quanto praticato, oltre che
legato (se non altro per importanti logiche di fondo) ad alcuni stili di Wushu
(non per niente solitamente i praticanti di Taiji sono anche praticanti di Qi
Gong). Radici così profonde e robuste e una sperimentazione quantitativamente
così significativa non sono certo facilmente trascurabili. Un sentito grazie a
Chuang-tzu che ci aiuta ad intravvedere la fenice e scendere più in profondità
rispetto a concezioni tecnicistiche e riduttive, per andare al cuore delle
tradizioni cinesi!

Ferdinando Costa

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