MASTICARE AMARO

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Nella simbologia delle arti marziali cinesi l'immagine che
rappresenta simbolicamente il principiante è quella della tartaruga, associata
all'idea di imparare a "masticare amaro".

Questa espressione nasce dalla
convinzione che la tartaruga, con la sua lenta masticazione, riesca a rendere
inoffensive sostanza velenose; per in cinesi quindi la prima cosa che un
maestro di Wushu deve far capire ai propri allievi è appunto che dovranno
imparare a masticare amaro: sopportare cioè con pazienza e costanza un lungo,
lento e impegnativo itinerario di apprendimento nel corso del quale dovranno
mettere in conto fatica ed insuccessi, estenuanti e monotone ripetizioni,
considerevoli periodi percepiti come infruttuosi, tutto ciò per potersi
introdurre positivamente nell'antichissimo, articolato, raffinato e complesso
mondo del Wushu. Come avviene in genere per le diverse discipline orientali
anche il Wushu si apprende attraverso un assiduo processo di imitazione di un
praticante più esperto, appunto il maestro, che a sua volta è in grado di
insegnare in seguito ad una lunga pratica alla quale è stato precedentemente
iniziato da un maestro più anziano di lui. Il Wushu non è "solo" la tradizione
marziale in assoluto più antica, attestata da fonti scritte già nell'XI secolo
a.C., ma è anche una tradizione giunta fino a noi ininterrottamente, coltivata
da un numero incalcolabile di praticanti. In pratica il Wushu affonda le
proprie radici nella preistoria; abbiamo anche antiche descrizioni e persino
raffigurazioni di esercizi di Qi Gong e di forme di Wushu, ma soprattutto
abbiamo una catena ininterrotta costituita dalla trasmissione fatta dal maestro
agli allievi, "catena" che nella nostra epoca ha varcato i confini, peraltro
enormi, del suolo cinese per diventare patrimonio mondiale. La diffusione di
società di Wushu nei diversi continenti, le federazioni internazionali di Wushu
e le competizioni internazionali e mondiali attestano l'importante diffusione
delle arti marziali cinesi. Tutto ciò è certamente un bene in termini sportivi
ma anche più in generale di conoscenze e prassi legate a preservare ed
incrementare efficacemente il benessere psicofisico; vi sono tuttavia anche
limiti o difficoltà non legate in sé alla conoscenza del Wushu quanto piuttosto
alla sua non conoscenza! Lo spirito delle antiche discipline orientali risulta
spesso ineffabile agli occidentali che, in modo più o meno consapevole, tendono
a travisare e magari anche snaturare le raffinate competenze elaborate lungo
secoli e millenni nel mondo asiatico. E' facile anche notare come le discipline
orientali, magari condite di misticismo, possano essere sfruttate
commercialmente, con la promessa di ottenere risultati tanto veloci ed
efficaci  quanto per essi si è disposti a
pagare generosamente. Sembrerebbe forse strano ma tali proposte funzionano
benissimo ed ottengono un notevole successo, tanto che non pochi occidentali
sono talmente abituati a tali rappresentazioni dell'Oriente che farebbero
fatica ad accogliere proposte più aderenti ai canoni originali, visto che sono troppo abituati ad allettanti e
facili "pacchetti formativi" magari da cambiare di anno in anno nell'illusione
d'aver già imparato bene e molto.

Con una analogia  tratta da un ambito nettamente
diverso rispetto al Wushu, l'ambito religioso, si può forse avere un esempio
illuminante rispetto a queste considerazioni: è infatti interessante notare che
l'attuale Dalai Lama in più occasioni abbia pubblicamente detto e scritto che,
a suo avviso, è meglio che gli occidentali non diventino buddhisti! Ora è
evidente che il Dalai Lama non ha problemi personali rispetto a quella che è la
sua tradizione, ritiene piuttosto che gli occidentali si complichino troppo la
vita a staccarsi dalle loro tradizioni per aderire ad altre che rischiano
invece di fraintendere, facendo anche torto allo stesso Buddhismo. Questa
personale posizione del 14° Dalai Lama è interessante anche perché richiama
appunto la nostra attenzione sulla reale possibilità di non capire le
tradizioni asiatiche o, peggio ancora, di snaturarle sfruttandole commercialmente
a nostro uso e consumo. Ciò non significa che non vi possano essere fecondi
contatti fra culture diverse e che non si possa imparare gli uni dagli altri;
non per niente il combattimento libero del Wushu (Sanda), gli stili esterni (come
il Changquan, il Nanquan ...), gli stili interni (come il Taijiquan) ed anche il
Qi Gong (dalla medicina tradizionale cinese) sono oggi coltivati quasi in ogni
paese e con livelli tecnici anche molto alti. E' certo possibile imparare
correttamene il Qi Gong e il Wushu nelle sue varie specialità, basta "solo"
rimanere il più possibile aderenti ai canoni della tradizione cinese, mettendo
in conto innanzitutto non solo per i principianti ma per tutti,

senza scorciatoie, commercializzazioni o facili (e falsi)
misticismi, di dovere imparare a "masticare amaro"!

"Coloro che non tentano tutto realizzano qualcosa."  Mengzi

Ferdinando Costa

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