ALLENAMENTO INDIVIDUALE DEL TAIJI

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Posto che nel Wushu si cresce insieme, grazie all'esempio di un buon maestro, ci sembra utile fornire anche qualche indicazione per l’allenamento individuale, rivolta direttamente ai praticanti di Taiji, con una concentrazione più specifica sulla spada; con la precisazione che si tratta di spunti schematicamente sintetici, rivolti a praticanti con un discreto livello di esperienza, perciò si danno qui molte cose per scontate.

L’organizzazione della sessione di allenamento, come sempre, dovrebbe prevedere: adeguato riscaldamento, allungamento, ripasso dei fondamentali e delle forme conosciute e anche esercizi di Qi Gong, il tutto adattato con flessibilità agli spazi e ai tempi di cui concretamente si dispone.

Per migliorare la propria esecuzione del lavoro a mani nude i parametri su cui concentrarsi maggiormente sono: il lavoro mentale, la respirazione, lo sguardo (diretto conformemente alla tecnica che si sta eseguendo, in genere seguendo la mano che si sta muovendo più in alto e comunque mai diretto per terra), la fluidità delle sequenze e il rilassamento muscolare (evitando ogni rigidità e durezza per una efficace morbidezza, che tuttavia non è certo mollezza), è utile anche la consapevolezza delle relative applicazioni marziali, sulle quali però non ci si deve concentrare durante la pratica della forma (per non “sporcare” e irrigidire il movimento), rimane fondamentale soprattutto rallentare i tempi di esecuzione e anche la respirazione (per questo può essere utile cronometrarsi), infine possiamo abbassare le posizioni. Queste indicazioni fondamentali rimangono valide anche per la pratica con la spada, con la variante - non trascurabile - data appunto dall’uso dell’attrezzo.

Nell’esecuzione della forma di spada anche agli occidentali, in forza dell’uso dell’attrezzo, appare più evidente l’aspetto marziale di questa disciplina ma occorre ricordare che si sta praticando Taiji, il lavoro rimane quindi sempre innaturalmente morbido e lento. La spada, a differenza della sciabola (arma ad un solo taglio in uso presso i soldati semplici), era l’arma corta degli ufficiali e, grazie anche al doppio taglio, risulta caratterizzata da un uso particolarmente raffinato e articolato. Benché per introdursi al maneggio dell’attrezzo (dopo il riscaldamento con il “giro a otto”) didatticamente ci si concentri su quattro movimenti fondamentali (affondo, taglio, taglio ascendente, taglio diagonale verso il basso), sul posto e in movimento, nella “forma 32” abbiamo un’ampia gamma di tecniche che è bene saper riconoscere. Come infatti nel lavoro a mani nude ogni tecnica ha un’origine e un significato marziale così nel Taiji con la spada ogni movimento rappresenta una precisa tecnica: dovremmo sempre sapere con quale parte della spada e con quale precisa tecnica stiamo virtualmente colpendo ma anche come stiamo estraendo l’attrezzo (svitando, arretrando, con contro leva…), per il resto - se il lavoro non è in ingresso, uscita o un taglio passante - solitamente l’assetto della spada corrisponde ad una parata o, meno spesso, è in posizione di guardia. La consapevolezza del significato di ogni movimento favorisce una corretta esecuzione della forma, questo comporta anche una concentrazione dello sguardo sull’azione dell’attrezzo. Poiché in genere ogni movimento della forma ha un significato marziale oltre all’azione del braccio armato vi sono anche parate eseguite con la tibia e possibili contenuti marziali anche del braccio non armato, che comunque di regola ha pure funzioni di bilanciamento; in sostanza è importante la consapevolezza del significato di ogni gesto che si compie. A proposito di consapevolezza nell’uso della spada non abbiamo solo a che fare con un raffinato maneggio, particolarmente legato al movimento del polso, che esprime competenze decisamente più elevate rispetto alla pratica a mani nude, ma con un lavoro mentale che richiede assiduamente un particolare livello di concentrazione e autocontrollo. Può essere forse utile a questo proposito ricordare che coloro che avevano in uso la spada entravano personalmente in azione quando la situazione sul campo di battaglia si faceva più difficile e pericolosa e ciò rendeva più delicata anche la gestione della truppa, sottoposta a condizioni di elevato stress, perciò la determinazione, autorevolezza, lucidità e autocontrollo degli ufficiali erano fondamentali e questi elementi entrano nel retaggio storico, culturale ma, in qualche modo, anche tecnico connesso all’uso della spada. Rispetto al contesto originale ricordiamo che, visto che la spada era ben affilata e tagliente da entrambi i lati, è un errore tecnico nell’apertura della forma appoggiare l’attrezzo oltre l’avambraccio o oltrepassare con un dito il paramano, anche nell’esecuzione delle evoluzioni più complesse nelle forme libere (pur dovendo mantenere l’impugnatura vicino al paramano), infatti in entrambi i casi ci si taglierebbe. Ricordiamo infine che anche nel Taiji con la spada rallentare il tempo di esecuzione della forma aumenta il livello di difficoltà e inserisce più propriamente nel peculiare spirito del Taiji.

Ferdinando Costa

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